coincidenze, Gurdjieff e la morte

la sinusite non mi è ancora passata, così ieri sera prendo il mio fido portatile per vedere un film a letto.

tenendo il computer e un libro con due mani spingo la porta di camera e, avendo già spento tutte le luci di casa, mi richiudo la porta dietro di me con un piede.

mi sistemo ma accidenti ho dimenticato di là il balsamo di tigre, vero amico del naso chiuso notturno.

faccio per aprire la porta per uscire.. ma non si apre. riprovo due volte finché non rilevo che è chiusa a chiave!

subito dopo sento una sorta di brivido lungo la schiena (e così mi faccio una bella esperienza di Forza)

ora:

  • la chiave era inserita nella toppa interna alla camera
  • per girarla ci vuole una certa forza, è abbastanza improbabile un giro automatico per sbattimento
  • in due anni che vivo qui non ho mai chiuso a chiave questa porta
  • sono sicuro di non averla toccata (non avrei neanche potuto farlo)

il libro che ho in mano è “Il Monte Analogo” di René Dumal.. sapevo di averlo in libreria, comprato su consiglio di un amico siloista diversi anni fa.. dato che alcuni amici sudamericani lo hanno riscoperto in questi ultimi giorni, ed avendo ieri finito il fantastico “Contact” di Carl Sagan, mi è venuta voglia di rileggermi questa precisa avventura di ricerca metafisica, con tutta la simbologia della montagna.

letto il primo capitolo non posso non pensare al “vecchio maestro” Ivanovic Gurdjieff e ricordarmi che proprio settimana scorsa un amico mi ha passato il file con il film di “Incontri con uomini straordinari” (un vecchio libro ma che consiglio vivamente a tutti.. forse l’unico libro del Gurji da leggere), di cui sapevo l’esistenza ma non avevo mai visto.

essendo il film in inglese senza sottotitoli non sarebbe stato idoneo per le nostre cenevision di gruppo, e così ho iniziato a vederlo da solo. per ora ne ho visto solo la metà. è bellissimo. forse senza aver letto il libro non è facile da capire bene (ma ci sono scene che nel libro non appaiono, tipo la gara tra musicisti per far “risuonare la montagna” con la propria musica…)

ad un certo punto il Gurdjieff bambino chiede “padre cosa succede dopo la morte?”

“qualcuno pensa che non succeda niente, altri che l’anima immortale vada da qualche parte.

io penso che, grazie a delle particolari (”nice“, dice veramente in inglese) esperienze, ci è possibile far nascere nello spirito qualcosa di nuovo, che persiste dopo la morte del corpo e che…”

non so se vi è mai capitato di sentirvi prossimi alla morte o quantomeno di connettervi profondamente col tema.

è un momento molto interessante, vero?

Stefano Cecere
Stefano Cecere
Play well, Die Happy! Ricercatore, Sviluppatore, Educatore, Attivista, Umanista, Papà.

Ricerco, Sviluppo e Condivido nell’intersezione tra Giochi, Educazione, Tecnologie Digitali, Creatività, Filosofia e attivismo per una Politica Progressista 2050. E papà 2x

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