Gli Umanisti:
sono molto felice di tutto, ma anche un po’ stanco di sentire e vedere nichilismo, rassegnazione, sconnessione, incoerenza, superficialità, violenza e superbia.
Per questo non ho timore a invitare a meditare e a connettersi con gli Umanisti di questo secolo, che apertamente:
- Mettono l’essere umano come valore centrale e proclamano: “Niente al di sopra dell’essere umano e nessun essere umano al di sotto di un altro”.
- Non si ispirano a teorie fantasiose su Dio, o sulla Natura, la Società, la Storia. Inoltre, pensano che il denaro non è tutto.
- Sono ottimisti e pensano all’avvenire.
- Per quanto riguarda il futuro, non sono né ingenui, né catastrofici. Tantomeno conservatori.
- Credono nella libertà e nel senso della vita.
- Non credono che tutto sia predeterminato né che la vita sia assurda.
- Lottano per superare la crisi generale e lo fanno in diversi fronti, ad es. lavorativo, abitativo, sindacale, politico e culturale.
- Non credono che bisogna rassegnarsi davanti allo stato delle cose.
- Agiscono in solidarietà con le minoranze, i discriminati, gli oppressi e i bisognosi.
- Rifiutano il distacco e l’indifferenza crescente verso gli altri.
- Sono internazionalisti e aspirano ad una nazione umana universale.
- Ripudiano la chiusura e il nazionalismo a oltranza.
- Hanno una visione globale del mondo, ma portano avanti la loro azione per la trasformazione negli ambiti quotidiani. Collegano la loro vita personale con quella sociale e in ciò risiede la loro coerenza.
- Non propongono false antinomie tra vita personale e impegno sociale.
- Desiderano un mondo multiforme nelle etnie, nelle lingue, nei costumi; nei luoghi, nelle regioni; nelle idee, nelle aspirazioni; nelle credenze, nell’ateismo, nella religiosità; nel lavoro; nella creatività.
- Non desiderano un mondo uniforme dove la diversità risulti discriminata.
- Promuovono delle trasformazioni radicali delle strutture che danno origine ai problemi sociali.
- Non sottolineano gli aspetti secondari della situazione attuale, occultando di conseguenza le questioni di fondo.
- Propongono la trasformazione di fondo dell’assurdo rapporto tra i fattori della produzione, cioé capitale e lavoro. Inoltre, la compartecipazione di questi nella gestione e nella direzione dell’azienda.
- Denunciano la speculazione immorale del capitale finanziario internazionale.
- Agiscono in accordo con ciò che ritengono più giusto e favoriscono le trasformazioni che credono possibili e adatte all’epoca.
- Non vogliono padroni, dirigenti né capi, e non si sentono rappresentanti o capi di alcuno.
- Propongono una organizzazione politica e amministrativa decentralizzata e federativa.
- Non vogliono uno Stato centralizzato né uno Stato parallelo che lo rimpiazzi.
- Aspirano a una democrazia reale tramite consultazioni dirette, referendum, elezioni dirette, piena capacità di eleggere e di essere eletti, leggi sulla responsabilità politica, ecc.
- Rifiutano la democrazia formale in cui i vertici, separati dalle necessità dei cittadini, agiscono secondo interessi estranei al mandato ricevuto.
- Appoggiano le minoranze chiedendo la garanzia di una rappresentatività adeguata, e l’adozione di tutte le misure che ne favoriscano nella pratica l’inserimento e lo sviluppo.
- Lottano contro il neoirrazionalismo (razzismi, fondamentalismi, fanatismi, neofascismi e la xenofobia).
- Immaginano una società flessibile ed in costante cambiamento in accordo con le necessità dinamiche dei popoli.
- Considerano che il rifiuto a cambiare e il ritorno al passato costituiscono atteggiamenti antistorici.
- Davanti alla violenza, non sono codardi e non hanno paura di affrontarla, utilizzando la non-violenza attiva come metodologia di azione.
- Gli ripugna qualsiasi forma di discriminazione e di violenza fisica, economica, razziale, religiosa, sessuale, ideologica.
- Definiscono chiaramente l’Umanesimo cosciente nella teoria e nella prassi, sottolineando le differenze con l’Umanitarismo.