Evo ed il popolo boliviano affrontano il razzismo e l'odio dell'antiumanesimo.
Santiago del Cile, 14 agosto 2008
L’opposizione boliviana non ha ottenuto l’appoggio popolare nel recente referendum, dove è stata sconfitta con più del 66 percento dei voti e nemmeno ha ottenuto l’appoggio internazionale per abbattere il governo di Evo Morales. Invece di accettare la sconfitta come avviene in un processo democratico, hanno preso una decisione abominevole e mostruosa: destabilizzare il governo boliviano a qualunque prezzo, senza occuparsi della vita delle persone, mettendo in pericolo tutta la società nel disprezzo dei loro stessi figli e del loro stesso sangue.
Nonostante che al governo Bush gli restino pochi mesi , ha ancora il tempo sufficiente per continuare a procurare disastri all’umanità, in Georgia, in Iraq, in Afghanistan ed ora anche in Bolivia.
L’espulsione dell’ambasciatore nordamericano a La Paz è un atto coraggioso ed un appello a tutta la comunità internazionale affinché ostacolino l’interventismo nordamericano che appoggia un’opposizione malata di odio e violenza.
Chiediamo a tutti i governi del mondo che convochino l’ambasciatore degli Stati Uniti in ogni paese per dare spiegazioni di quello che sta succedendo in Bolivia. Non possono permettere questo intervento senza una minima dimostrazione di preoccupazione. Gli Stati Uniti devono sapere che il mondo è cambiato e che non si può incentivare la divisione in fazioni all’interno dei paesi.
Chiediamo al popolo boliviano, in particolare a quello che appoggia l’opposizione, che non si lasci trascinare dai discorsi accesi e non si lascino contagiare dall’odio, gli insulti, il razzismo, l’isteria dei leader irresponsabili che rischiano le vite altrui per i propri interessi.
Chiediamo al popolo boliviano, a quello che sta con Evo ed il processo di trasformazione, che resista in forma nonviolenta ad ogni provocazione, che resista alle offese e continui la sua lotta nonviolenta, che si uniscano in questo momento intorno alla figura di Evo Morales perché non è il momento per discussioni né divisioni; è il momento di resistere attraverso la nonviolenza, di unirsi ed avanzare verso il referendum sulla Costituzione.
Gli umanisti del mondo sono uniti nell’esigere dai nostri governi il ripudio dell’intervento nordamericano in Bolivia; chiediamo ai nostri governi che appoggino con decisione il mandato popolare che il popolo boliviano ha espresso democraticamente nel recente referendum.
Da parte nostra, esprimiamo la nostra totale solidarietà ed appoggio al Presidente della Bolivia, Evo Morales ed al popolo boliviano che cerca di costruire un futuro migliore.
Tomás Hirsch
Portavoce dell’Umanesimo per l’America latina