la logica aristotelica
Per smascherare i furbi ricominciamo a studiare la logica aristotelica
Per comprendere gli errori di ragionamento che ci impediscono giudizi corretti, e finiscono per tarare il discorso pubblico, favorendo i furbi, occorre conoscere alcuni fondamenti. Esistono due tipi di giudizio: il giudizio logico (vero/falso) e quello analogico (più-o-meno-vero-o-più-o-meno-falso). L’argomento logico mette in relazione una regola di implicazione, un caso e un risultato. Esistono tre tipi di argomento logico: deduzione, induzione, abduzione.
La DEDUZIONE trae conseguenze certe:
- regola: Tutti gli esseri umani sono bipedi.
- caso: Il Papa è un essere umano.
- risultato: Il Papa è un bipede.
L’INDUZIONE generalizza i dati:
- caso: Il Papa è un essere umano.
- risultato: Il Papa è un bipede.
- regola: Tutti gli esseri umani sono bipedi.
L’ABDUZIONE formula un’ipotesi esplicativa:
- risultato: Il Papa è un bipede.
- regola: Tutti gli esseri umani sono bipedi.
- caso: Il Papa è un essere umano.
L’abduzione è il ragionamento logico più frequente: ci serve a formulare ipotesi sulla realtà. Nella scienza, dall’ipotesi abduttiva si deducono le evidenze da trovare; per induzione si verifica l’ipotesi accumulando fatti e dati sperimentali; e se l’ipotesi non è confermata si ripete il ciclo inferenziale: abduzione, deduzione, induzione (Peirce, 1878). Il valore probativo dei sillogismi sta nella verità dei due enunciati iniziali, detti “premessa maggiore” e “premessa minore”; ma nessun sillogismo è conclusivo, perché non spiega come facciamo a sapere la premessa minore, cioè il dato di fatto del secondo enunciato, per esempio “Il Papa è un essere umano” (Dodgson, 1939).
L’argomento analogico è diverso da quello logico. Ne esistono varie specie affini, fra cui l’entimema (argomento retorico) e l’esempio, che per Aristotele definivano la retorica. A differenza dei sillogismi logici, nell’entimema una delle due premesse è solo probabile, non certa. L’esempio migliore è quello che sorprende: “Il mare puzza particolarmente negli stretti, nei punti di congiunzione, come il corpo che puzza alle ascelle” (Cecchi, 1976)
La persuasione retorica. Si persuade con argomenti, eloquenza e pathos. Gli argomenti logici, come abbiamo visto, usano il ragionamento deduttivo, induttivo, abduttivo. Oltre al ragionamento, un argomento si avvale di concessioni: sono le obiezioni che potrebbero essere sollevate rispetto alla conclusione. Le si concede all’inizio del discorso, per neutralizzarle subito con un argomento migliore. Poi, dato che le verità assolute sono rare, il meglio che si possa fare è partire da premesse accettate. Era il trucco argomentativo di Socrate: poneva una domanda, e usava la risposta dell’interlocutore come premessa accettata. Le premesse sono vulnerabili: se mostri che sono sbagliate, avrai distrutto il sillogismo: un modo è portare la premessa alle estreme conseguenze (reductio ad absurdum).
Le fallacie logiche sono errori di ragionamento in cui le premesse sono condivisibili, ma la conclusione è sbagliata. I tipi più comuni di fallacia deduttiva sono: la contraddizione (la conclusione contraddice le premesse); la petizione di principio (la conclusione dedotta da una premessa che è la conclusione stessa: “Perché non porti il cappello, come Dio prescrive?”. “Ma nella Bibbia non è scritto da nessuna parte”. “Come no? C’è scritto che Dio mandò Abramo nella terra promessa”. “Embè?”. “Come avrebbe potuto mandarcelo senza cappello?”).
di Daniele Luttazzi, pubblicato sul FQ di oggi
NOTA MIA: fosse solo per gli articoli quotidiani del Luttazzi, vale la pena abbonarsi al Fatto Quotidiano. molto spesso pubblica studi e articoli ben al di là della satira (piacevole o meno)