60.000 mila morti e allora?
Il terremoto del Pakistan sta raggiungendo le dimensioni della tragedia dello Tsunami di 10 mesi fa.
Quando la “natura” falcia centinaia di migliaia di persone.. noi non possiamo farci niente, se non al massimo qualche euro col telefonino e una piccolissima parte del PIL per i soccorsi internazionali.
Come con l’Emergenza Tsunami, oltre alla compassione e alle “gare di solidarietà”, in pochissimi hanno alzato il dito sulle condizioni disumane in cui vivevano (e stanno cercando di tornarci a vivere) milioni di persone.
Non è facile connettersi con il dolore e la sofferenza di così tanti esseri umani, vero?
Quasi subito corrono ad aiutarci i vari sensi di impotenza, di fatalità delle cose, del “sì però ora devo proeccuparmi a mangiare e del mio lavoro”, alla fine staranno bene anche loro.. ci penseranno i volontari e i caritatevoli ad aiutarli.. a me non mi aiuta nessuno che ognuno si arrangi come meglio può..
Sì, non è facile. Non è facile vedere le cose nel loro insieme e i processi nei loro sviluppi.