Informatica e segnali straordinari

Informatica e segnali straordinari

Sono un informatico da quando in seconda media, diversi decenni fa (avevo il Commodore 64 per intenderci), il prof di tecnica spiegò che l’informatica era l’arte e la scienza dell’#informazione.

Certamente la codifica, archiviazione, elaborazione, decodifica e trasmissione dell’informazione nel mondo digitale è già tanta roba. Ma può essere il primo passo verso altri domini e magari immaginare che alla fine tutto l’Universo e tutta la nostra esistenza umana potrebbe avere a che fare con l’informazione: due particelle quantistiche che mantengono un legame a distanza, un legame che in sintesi è il sapere che hanno una stessa polarizzazione (sto semplificando).

La storia è la traccia informatica di cosa succede. Cosa succederebbe se nelle nostre società non ci passassimo informazioni? non comunicassimo?

Qui siamo più nel mondo della comunicazione, è vero, ma “info” suona bene come un ipotetico “atomo” di conoscenza, un infobit.

Detto questo, passiamo al modo con cui ci relazioniamo con questo oceano di infobit, di informazioni, e dei segnali che le trasportano, e della nostra capacità di percepirle, di decodificarle, di elaborarle, di archiviarle e di esprimerle: i nostri cervelli e le nostre vite sono dei grandissimi elaboratori di segnali.
In questo istante sto facendo un lavoro di elaborazione di informazioni, scrivendo questo post. se siete informatici digitali riuscite anche a vederne tutto il flusso che parte dalla mia tastiera touch fino ai vostri occhi (o orecchie se usate l’assistente vocale).

Ma il motivo per cui mi sono messo a scrivere queste cose è stata la percezione di un segnale anomalo. Un segnale che conteneva un messaggio, delle informazioni, che era abbastanza fuori dall’ordinario, diciamo pure qualcosa di #straordinario.
Non so voi ma io ho sempre goduto quando ho percepito cose straordinarie. mi hanno sempre affascinato e sopratutto indotto a interrogarmi sulla Natura e sul Senso di tutto quanto.

Bada bene che non siamo nel mondo della metafisica o della fantasia. potrebbe essere una coincidenza, una sorpresa, un momento di inaspettata lucidità o euforia.
Ma la questione finale è: come reagiamo di fronte ad un segnale straordinario?
godiamo per qualche secondo e poi tiriamo avanti con l’ordinarietà? cerchiamo di prenderlo al volo, Carpe Diem e vedere dove ti porta, senza troppi calcoli? ce lo teniamo nel diario segreto fino alla tomba? cerchiamo di vederne l‘ambito maggiore e dargli un senso, un #significato? magari lasciandoci galvanizzare di nuova energia, di entusiasmo?

entusiasmo. perché qualcuno si entusiasma facilmente e altri no?

l’entusiasmo è una fonte di energia straordinaria. da dove arriva? posso allenarla?
fine della divagazione.

per i curiosi il segnale straordinario era che ieri sera mi si è risolto “da solo” un problema che avevo e di cui non c’era soluzione completa da parte mia. e poi un’altra cosa … ma lo racconterò prossimamente.

Stefano Cecere
Stefano Cecere
Ricercatore, Sviluppatore, Educatore, Attivista, Umanista, Papà.

Ricerco, Sviluppo e Condivido nell’intersezione tra Giochi, Educazione, Tecnologie Digitali, Creatività, Filosofia Umanista per una Politica Progressista 2050. E papà 2x

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